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Pagina:I pastoi a-o prezeppio1897.djvu/14

Da Wikivivàgna

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                                   (Guardando da un lato della scena)
Ma là frammezo ai erboi me ghe pâ
Unna donninn-a. Forse a s’ascondiâ
Pe aveime visto mi che son un ommo?
No son miga o barban, son galantommo.
Che ascì un bello veggin: sän forse gente
Disperse in questi boschi. Me dan mente.
Che bell’äia ch’o l’a questo veggin!
E l’ätra a pâ un angiëto. En chi vixin.


SCENA SECONDA.

Maria SS, S. Giuseppe e Giaxo.

S.G. Brav’uomo io vi saluto.
G.                                   Oh cäo veggetto!
Ve sei dispersi neh? mi ghe scommetto.
S. G. Non ho smarrita no, caro, la via.
Ma son dolente perchè il ciel si oscura,
Nè so dove trovar stanza sicura
Per passare la notte con Maria.
Di me non curo; ma costei ch’ho al fianco
Tenera e delicata verginella,
Da lungo viaggio affaticata, almanco
Vorrei che a serenar non fosse astretta
In questi oscuri boschi!
G.                                   Oh meschinetta!
A me fà propio propio compascion.
(Ma che bell’aia! a mette divozion).
M. SS. Ogni cosa che avvien, Giuseppe mio,
Voi lo sapete, è volontà di Dio.
Or penare per lui, se è suo volere,
Dolce cosa è per me, mi par godere.