sotto dieci milla colpi di vastone. Oh signore li corpi di bastone non se danno ad un ommo come lo signor Geronzio, e lui non deve essere trattato di questa maniera. Chi? questo pazzo di Gestronzio, questo villano, questo briccone? Lo signore Geronzio non è ommo nè matto, nè villano, nè briccone, e vossignoria doverebbe parlare di un'altra maniera. Come? tu hai lo coraggio di parlarmi con tanta insolenza? Io signore defendo come sono obbligato un signore d'onore che sento martrattare. Ah tu sei amico soio, bono bono (dà molte bastonate sul sacco). Prendi chisse per amore dell'amico toio. (Monodda grida come se avesse ricevuto le bastonate). Ahi ahi ahi ahi signore, no ciù, no ciù, ahi ahi ahi ahi.. Và portali chisse da parte mia (via). Ah marviaggio o Napolitan, e chi ghe l'ha strascinao.
Ger. (mettendo la testa fuori del sacco). Ah Monodda
non ne posso ciù!
Mon. Ahime mi son tutto nisso, pesto, desfæto! ahime
e mæ spalle!
Ger. Comme ti te lamenti tì, e e bastonæ o i ha dæte
sciù e mæ spalle?
Mon. Ve diggo de nò, che i ho sentíe, sciù e mæ.
Ger. Cose me conti tú. Non solo i ho sentie, ma e sento
ancora.
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