curâ de metteve ciù che sæ possibile in graçia de mê poære.
Val. Sapete, che a questo fine nulla ho trascurato finora, essendo giunto ad adulare, a costo della mia sincerità, quella passione, che in lui tanto mi dispiace.
Mom. Per tutti ri caxi che se poessan dâ, d’êsse un giorno ò l’âtro scoverti, doveressi, caro Valerio, procurâ d'accaparrâve l’an-nimo de mê fræ Oraçietto, ch’o ne porreiva zovâ molto, e ammortâ dro fœugo in un-na congiontura.
Val. Veramente ho molta ragion di credere, che egli non mi guardi troppo di buon occhio. Sapete, che, per insinuarmi in grazia di vostro padre, mi è convenuto mostrar di approvare le sue massime e il suo costume; e sapete, quanto siano le une e l’altro diverse da quelle di vostro fratello. Stimerei perciò più a proposito, che voi medesima, poichè egli mostra di aver tutta la benvoglienza per voi, faceste a lui la confidenza del nostro impegno, ed imploraste la sua protezione. Ma eccolo appunto che si avvia a questa volta. Vi lascio con lui, regolatevi secondo che il vostro cuore e la prudenza vi detta.
Mom. Me proverò; ma non so se averò tanta força. (Valerio parte.)