Pagina:Bacigalô.Prose.rimæ.1891.pdf/191

Da Wikivivàgna


24
»Ma per disgrazia non potea l'Eterno
»Impiegar la sua rara abilità,
»Perchè desso è un uccel tutto moderno
»E non era ancor noto a quell'età.
»Non essendo scoperto il Nuovo Mondo
»Che di simili uccelli è assai fecondo.

25
»Ma se questo volatile ciarliero
»Nol vediam nella Bibbia e nel Vangelo,
»Non ne consegue e non è punto vero,
»Che un uccello non sia benviso al cielo,
»Che gli die' di parlar la facoltà
»Per provarci la nostra inanità.

26
»Così quando ci avvien d'insuperbirci
»Perchè abbiamo la lingua ed il cervello,
»Ecco il Cielo che manda ad avvertirci
»Che non siamo da più di quest'uccello,
»Ma che anzi siamo assai da men di lui,
»Perch'esso vive molto più di nui.»

27
E chì o Loro, o seccôu dall'orazion,
O o l'avesse bezêugno de mangiâ,
Comme o voesse adreitûa dâghe raxon,
O s[']è misso a fâ strepiti e a sbraggiâ;
«Da papâ, da papâ, povëo Loritto»,
Mentre che o Paddre o ghe dixeiva sitto.