anno 1463 ( 210 )
cossì la fortuna che poisemo far quello [che] converreiva in tanta cossa et piu e men como parese a doi chi se elegesen cum lo canceller a revei et far scrive le dicte lettere, le quae como ha dicto fossem bem ornë et amorose. A la parte de rescrive a li ambassaoi de Burgogna, ha dicto [che] in primis se ge scrive che in comun de publico non è nave alcunna, vei è che i citain nostri ham nave onerarie et de mercantia le quae a la jornâ navegan como e usanza de simili, che non se ge specifiche quante ne habiamo, ne grainde, ne picene. Questo dixe per havei odio in quelle lettere che la nation nostra solita è de havei de le maoi nave che altri, ma che per noi se farà tutto in provei che habiam tute quelle [che] serà possibile de podei havei, et altre parole conveniente a tal cossa. Ha dicto apreso che se elezam doi patroim, non de quelli chi a lo presente ham nave, li quae desgrossem circa lo prexo quanto sia possibile, et che se ge ne daga quella notitia sua raxonevole.
Litterarum autem hic est tenor (*). DOCUMENTO DXCIII. Inchiesta sull'uso del danaro dato per la fabbrica della cisterna in Caffa , de- mandata dai Protettori ai quattro referendarii sugli affari delle colonie. 1463 , 18 novembre (Negot. gest. off. s. Georg, ann. 14G2-1467) ( fol. 60.) ♦ MCCCCLXIII die XVIII nouembris. Magnifici domini protectores comperarum sancti georgij in legitimo numero congregati, informati non recte processisse rem pecuniarum habitam a felice memoria summi pontificis calysti prò fabrica unius cisterne in caffa deliberate fabricari. datam ad cambium. propterea volentes ex incombenti eis officio prolùdere indemnitati tam pie cause. ('} Seguono. le due lettere dei i> novembre UG3 , giù citate sotto i docu- menti DLXXXIX e DXC.