O Cicciollâ 1930/Prefazione
O Cicciollâ de Prefazione de Feipo Noberasco |
Ai lettoi corteixi→ |
PREFAZIONE
Di letteratura vernacola savonese si occuparono già Carlo Montesisto, Agostino Bruno, Vittorio Poggi, Filippo Noberasco. Tuttavia, molti Savonesi la ignorano ancora del tutto. Mancava invero una raccolta, una scelta dei nostri migliori scritti dialettali antichi e moderni.
A questa non lieve ma dilettosa fatica ci siamo accinti, trascegliendo nell’ampia materia che ci offrivano manoscritti e stampe rarissime di ogni età e provenienza; materia che un giorno o l’altro sarebbe andata irrimediabilmente perduta.
Pur in tale campo ci pare che Savona non sfiguri al confronto con le altre città liguri, oseremmo dire con gran parte delle altre città italiane.
A percorrere ora le pagine serene, argute, bonarie, alle quali un editore animoso ha rivolto le sue cure, proviamo una viva duplice soddisfazione: e perchè abbiamo scoperto il vero volto di Savona, città cara sopra tutte, e perchè abbiamo incontrato e conosciuto un vero poeta.
Il volto schietto di Savona, cioè l’anima del suo popolo, come non balzò mai così viva dai viluppi di una storia laboriosa: anima fatta di probità, di intimità, di amore al lavoro e al paese nativo, di benevola arguzia, anima che ignora i grandi voli, ma aderisce bene all’alma terra e sta contenta alle gioie semplici e si esalta nelle tradizioni degli avi. Quest’anima esprime mirabilmente l’umile Giuseppe Cava, meglio assai dei togati e illustri suoi concittadini Gabriello Chiabrera e Pietro Giuria. Alcune liriche del Cava sono tra le più belle scritte mai in dialetti d’Italia.
Ai singoli autori abbiamo creduto bene di lasciare la piena responsabilità della loro grafia.