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pagao in vitta respondo che l’è stato* pagao de doi agni e poco chiù, e mi ghe ho feto scrive de doa miria agni, e à un atro chi dixe che o l’ha scrito questa historia lattinna in agni trei (doi agni con poca breiga) (sic) respondo che l’è steto per contra trent’agni à imprendera scrive ben como l’ha feto e che no se conven assottiggiare* tanto con ri boni* scrittoi, anzi ascarsase in tutto ro resto per esse liberè con lo, chi rendan con eterna uzura ri dinè chi se ghe pagan, ma mie in restreito no cerco aura de V. SS.me chiù dinè, ma che dapò mie pagan questo poco stipendio a me figgio ancora como ho dito e como me creo che faran perchè so che aman l’honò pubrico quanto se coven e son tanto pronti in aggiutà ri citten benemeriti e virtuosi quanto in castigà ri tristi e ritroxi, e mi chi conoscio e riconoscio ri benefizii, indrizerò questa historia mea vorgà a ro Serenissimo Duxe Senattoi e Procuroei, ni atro ghe dirò che questo per no parei che con speron de groria ri voggie fa corre a fame questa gratia honesta, dra quà se ben l’è picchiena ghe ne haveremo obrigo grande, e chi fassando fin me arrecomando senza fin a re SS. VV. Serenissime à re què m’inchino con reverentia.

Il decreto apposto a questa supplica è in data 26 m ag­ gio 1589 e suona, come abbiamo detto, negativam ente. Bisognava pertanto che Paolo pensasse ad affidare a qualcun altro la traduzione a lui mal riuscita; e trovò, poco tempo appresso, chi poteva as&umere adeguatam ente una tale impresa in un valentissimo scrittore fiorentino, Francesco Serdonati; il quale, appunto allora stava vol­ garizzando la S toria delle Indie di Gian Pietro Mafifei. F o rse , pensa il N eri, non fu estraneo a tale scelta il Maffei stesso, mentre, dal servizio reso a lui, aveva po­ tuto apprezzare la somma perizia ed abilità del Serdo­ nati in tal genere di lavori. L ’ affare venne trattato da una parte e dall’altra per mezzo di rappresentanti. Ser­ viva il Foglietta, da Genova, Francesco Maria Vialardi ; rispondevagli da F ire n z e , pregato di volersi interporre presso il Serdonati, al quale, come appare evidente, era stretto da amicizia, Roberto Titi, lettore allora nello Studio fiorentino. La prim a lettera di questa corrispondenza (1) porta la data del 9 settem bre 1589 e dice : (li Tutta questa corrispondenza è nel Carteggio (li lìoberto Titi, Biblio­ teca Universitaria di lJisa.


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