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La straordinaria scorrettezza del ’Boezio’, posta a confronto colla sufficente accuratezza del resto del codice, dimostra che l’amanuense aveva sotto gli occhi una copia assai guasta. Io mi sono adoperato in ogni modo per restituire al disgraziatissimo testo, fin dove era possibile, le primitive sembianze; nel che mi furono naturalmente di grande vantaggio il testo latino (ediz. Teubner), e l’originale francese, nella redazione del cod. franc. L. IV. 9 della Biblioteca Nazionale di Torino (F). A questo codice non mi fu dato ricorrere cogli occhi miei proprj; ma pienamente m’assicura l’opera prestatami, colla consueta gentilezza, dal mio ottimo amico prof. Vittorio Cian, che si assunse di confrontare i due testi. Gliene sieno dunque rese pubblicamente vivissime grazie. Dove nè il latino, nè il francese, per le sue peculiarità ed imperfezioni, mi venivano in ajuto, dovetti contentarmi di congetture, pur studiandomi di sempre contenerle nei limiti della più rigorosa prudenza; ed ognuno potrà accertarsi di per sè, riscontrando la lezione del ms., che si conserva nelle note, se io mai abbia mancato a questa norma.




[f. 357a]

A lo nome de lo nostro Segnor ueraxe
e de la gram corte de cel
e de la uergem Maria,
chi uoia esser nostra guia
5in lo so sancto reame:
chaum chi ode diga amen.
Questo libero in Pauia,
ornao de phillossoffia,
fe Boecio in prexom
10per soa conssollaciom;
unde ello fo descapitao
e sam Seuerim fo apellao,
per la uita uirtuossa,
che cum Elpes soa spossa
15fe, e imperso che ello porta
la soa testa [e] pressenta
sum lo otar, poy che tagia
si fo fora in lo piassar;
si como expoxiciom
20a faito Ioham de Meom,
chi lo uosse translatar[1]
per la maiste real
de Fillipo quarto[2] de Franssa.
E le merauegie de Irlanda,
25e d’amistae spirictual,
e la uita de Bellart,
e[3] lo libero de la Rossa,
in chi l’arte d’Amor e inclossa,
chi castelli insegna aquistar
30e roxe cogie per oritar,
trasse de mam de Gilloxia,
Bellacoille e Cortexia:
poi le millicie de Vegecio.
Aora trateremo de Boecio,
35de che ello a preisso la fior
de la sentencia de l’aotor.

  1. I versi precedenti son fattura originale dell’anonimo traduttore, e di qui incomincia il Prologo dedicatorio di Iehan de Meung; al quale accennai nell’‘Esordio’, ed è in prosa, laddove il traduttore continua in versi. Eccone il principio, secondo che è dato dal Delisle, loc. cit., p. 6: “A ta royal majesté, très noble prince par la grace de Dieu roy des François, Phelippe le quart, je Jehan de Meun, qui jadis, ou rommant de la Rose, puis que Jalousie ot mis en prison Bel acueil (v. 32), enseignai la maniere du chastel prendre et de la rose cueillir, et translatay de latin en françois le livre Vegece de chevalerie, et le livre des merveilles de Hyrlande, et la vie et les epistres Pierres Abaelart (v. 26) et Heloys sa fame, et le livre Aered de esperituelle amitie, envoie ore Boëce de Consolacion„.
  2. de quarto Fillipo
  3. e in