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anno 1455 ( 370 )

e superiore de li supradicti provisioandi. Non lo aveti facto, ni da la vostra segnoria non [ho] avudo alchuna lettera, de che ne sono contento de tuto quello che la segnoria vostra a comandato. Sum vegnuo chì in Caffà, e Deo e lo mondo sa la provisione e repairi che o facto e a la iornata e' fasso. Dio me ne sia testimonio e meser Thomao da Senarega lo quar vene a la segnoria vostra da lo quar podereti aveire informatione di facti nostri.

Per la quar cossa prego a la segnoria vostra che ve piaxe de retribuirme de alchuna parte del bene e per mia opera che o facto e fasso a questa terra. E perchè sia notificato a la segnoria vostra la opera che io fasso, ve avizo chomo li fossi de li borgi li sono facti e facio fare si forti e belli che in Italia sereano bastanti a ogni oste de chi si sia. E persò vi prego che per bene fare me voliati retribuire de alchuna parte. E quello che ademando a la segnoria vostra è questo, che la segnoria vostra me vole confirmare a lo soldo uzado, per loquale soldo non ghe stareiva, per che non me bastereiva a le expense di questa terra, salvo se non me resarsisi poi saltem che stagendo di qua metereiva doe taverne de le quali requero de essere franco de ogni cabella di vino. Se la segnoria vostra non me voresse dar questa franchixa, che saltem me donaste la ihagatarìa de li grani o saltem la ministrarìa di Caffà. Se la segnoria vostra mi contenterà de uno de quelli officij, lo animo mio resterà alegro e contento, se non a mi me sarebi di bezogno di pensar in li facti miei.

Io e' me credo che debia essere remunerado megio che altri compagni miei chi anno altro soldo che mi, chi stano cum le gambe sezando. Io o torbado questa terra sensa alchuno fosso ni repairo, mi di e note sono a li fossi e repairi, li quali li o missi in tar forma, como credo che la vostra segnoria serà avisada, che basterebeno in ogni loco. Ma, se Dio me darà vita, li meterò in tar forma che la terra non averà affano ni da Turchi ni da altra generatione.

Per più fiade sono comparsudo davanti a meser lo consolo e massari, offeriandomi che cum pocha provixione de homini di prendere lo castello de lo Thedoro, fin a chì non m'è acurdaito le orege. Perchè vi conforto che voliati dare balia ai supradicti meser lo consolo e massari che me volin dare saltem homini centum chi me accompagnan cun la galea fin a lo Cembalo, che non o dubii che cum mia arte lo dicto castello prenderò e, se mi serà daito li dicti homini centum, non dubito che tuta la Gotia serebe soto la segnoria vostra.

Data Caffe die vi septembris mcccclv.

Servitor dominationis vestre Johannes Piccninus
cum humili recommundalione.